spettacolo itinerante sopra un autobus attraverso le vie dei cinema perduti
produzione Reggio Film Festival – Teatro dell’Orsa
di Monica Morini e Bernardino Bonzani
in collaborazione con Alessandro Di Nuzzo, Paolo Ferraroni, Annamaria Gozzi
organizzazione musicale Gaetano Nenna e Stefano Tincani
banda del Cinebus:
Gaetano Nenna, Martina Di Falco clarinetti
Matteo Sassi e Stefano Tincani Tromba, Samuele Galimberti trombone
Davide Bestetti trombone basso
oggetti di scena Franco Tanzi
ricerca Paolo Ferraroni
con gli attori del Teatro dell’Orsa Monica Morini, Bernardino Bonzani, Francesca Coriani, Fabio Davoli, Lucia Donadio, Ezekiel Ebhodaghe, Andrea Ferretti, Paolo Garimberti, Luca Torcivia, Annalisa Valli
Un viaggio nel tempo e nello spazio, attraverso la più potente macchina dei sogni.
Un autobus strampalato percorre un itinerario insolito in città, fa tappa davanti alle sale cinematografiche perdute, chiuse, invisibili e consegnate a un’epopea del secolo passato. Ogni fermata è l’occasione per ricordi e incontri inaspettati, a volte inspiegabili.
Quando abbiamo visto un film che ci ha cambiato la vita? Quando abbiamo tremato per la paura al cinema? Quando abbiamo condiviso un film con la persona amata? Il cinema non ci giudica, ci lascia liberi di attraversarlo, un territorio sconfinato di invenzione. In questa terra si trovano reperti indimenticabili di memoria collettiva che si annodano alla nostra vita.
Una costellazione improbabile di mirabolanti personaggi usciti dalle pellicole dei film dei più grandi registi, da Fellini a Kubrick, da Chaplin a Leone, da Bertolucci a Spielberg, prendono vita fuori e dentro all’autobus, spalla a spalla con gli spettatori. Un rito a quattro ruote ironico e struggente. Una festa.
“Un film deve essere, in qualche modo, come la vita:
deve contenere imprevisti, eventi inaspettati, errori”.
Federico Fellini
Rassegna Stampa:
12 e 13 novembre
Reggio Film Festival: il CineBus del Teatro dell’Orsa attraversa le vie dei cinema perduti di Reggio Emilia. L’inedita proposta teatral-cinematografica di Monica Morini e Bernardino Bonzani andrà in scena su un autobus in viaggio nel centro storico della città.
«Un autobus percorre un itinerario insolito in città, fa tappa davanti alle sale cinematografiche perdute, chiuse, invisibili e consegnate a un’epopea del secolo passato. Ogni fermata è l’occasione per ricordi e incontri inaspettati, a volte inspiegabili»: Bernardino Bonzani del Teatro dell’Orsa introduce CineBus, inusuale progetto performativo a metà strada fra teatro e cinema che rappresenta la grande novità della quindicesima edizione del Reggio Film Festival, manifestazione di respiro internazionale diretta con pervicace passione da Alessandro Scillitani. L’edizione 2016 del Festival, in programma a Reggio Emilia dal 3 al 14 novembre, ha come tema principale il viaggio: tra i molti ospiti prestigiosi vale segnalare almeno Paolo Rumiz, che insieme allo stesso Scillitani proporrà lo spettacolo La voce della strada e Giuseppe Cederna, che presenterà Di passi e di respiri, toccante performance dedicata ai migranti.
«Quando abbiamo visto un film che ci ha cambiato la vita? Quando abbiamo tremato per la paura al cinema? Quando abbiamo condiviso un film con la persona amata? Il cinema non ci giudica, ci lascia liberi di attraversarlo, un territorio sconfinato di invenzione. In questa terra si trovano reperti indimenticabili di memoria collettiva che si annodano alla nostra vita» suggerisce Monica Morini del Teatro dell’Orsa a proposito dell’inedita esperienza a cui sarà possibile partecipare sabato 12 e domenica 13 novembre (tre rappresentazioni al giorno, alle ore 19, 21 e 22.30). «Il Reggio Film Festival attrae centinaia di spettatori, i cortometraggi sono selezionati fra proposte che vengono da tutto il mondo. In questa girandola di sguardi corre il nostro CineBus. Un viaggio dentro al cuore della città capace di accendere memorie, un pellegrinaggio che ha stazioni di fermata impreviste, accanto alle vecchie sale cinematografiche oggi purtroppo chiuse. Un rito vitale che abbraccia la bellezza del cinema».
Concludono Monica Morini e Bernardino Bonzani: «Una costellazione improbabile di mirabolanti personaggi usciti dalle pellicole dei film dei più grandi registi, da Fellini a Kubrick, da Chaplin a Leone, da Bertolucci a Spielberg, prendono vita fuori e dentro all’autobus, spalla a spalla con il pubblico. CineBus sarà un rito a quattro ruote ironico e struggente. Una festa».
CineBus è una produzione di Reggio Film Festival e del Teatro dell’Orsa realizzata con la collaborazione alla drammaturgia di Annamaria Gozzi e Alessandro Di Nuzzo, le musiche dal vivo di Gaetano Nenna, la ricerca di Paolo Ferraroni e il lavoro scenico degli attori del Teatro dell’Orsa: «Collaborare con lo staff appassionato del Reggio Film Festival è un privilegio. Molti sono i volontari che portano competenza, slancio e costruiscono una zattera di utopia che inonda la città con appuntamenti imperdibili».
Info sulla Compagnia: https://www.teatrodellorsa.com/.
Info sul Festival: http://www.reggiofilmfestival.com/.
Un festival che ha creato una via di collegamento tra l’arte performativa e la “settima arte” del cinema tramite la collaborazione con il Teatro dell’Orsa. Al centro dell’iniziativa la questione della chiusura delle sale di proiezione tradizionali in centro città: a dar voce a tutto questo il viaggio del CineBus, che il 13 e 14 novembre farà tappa presso i cinema ormai in disuso. Il direttore del Festival, Alessandro Scillitani, e gli organizzatori del CineBus, Monica Morini e Bernardino Bonzani.
Sembra che il percorso del CineBus darà un tocco di originalità al Festival rendendolo itinerante per il territorio cittadino, com’è nata l’idea del viaggio?
“L’idea si è delineata sulla proposta che ci è arrivata dall’organizzazione di Reggio Film Festival, Alessandro Scillitani, Marco Montanari, Paolo Ferraroni e Luca Pignatti. Fa parte anche della nostra poetica artistica realizzare spettacoli e costruire drammaturgie fuori dai teatri, calate nei luoghi e negli scenari più congeniali a trasmettere il senso delle storie. Il teatro come il cinema abita la vita, la tradisce per renderla vera. Il Cinebus è quindi un doppio viaggio nel tempo e nello spazio. Gli spettatori sono chiamati a partecipare, a ripercorrere un serbatoio di memorie personali che si intrecciano con la memoria collettiva. Uscire di casa e andare al cinema era anche abitare lo spazio fisico di una città che brulicava un tempo di sale cinematografiche, veri gioielli frequentati da tutta la gente”.
Il progetto di fissare ogni tappa in corrispondenza dei cinema ormai scomparsi è una forma di protesta contro la chiusura delle sale di proiezione?
“Noi ci mettiamo in viaggio per farci buone domande. Ogni volta che vogliamo capire di più occorre lasciare i nostri languidi divani e rendersi disponibili alla ricerca e all’ascolto, di ciò che c’è e ciò che è stato. Per realizzare il Cinebus abbiamo fatto centinaia di domande alle persone. Si è scoperchiata l’immagine di una città viva e appassionata che al cinema si svagava e pensava. Non diciamo nulla di nuovo, oggi si moltiplicano happy hour e centri commerciali. Certo, fermarsi davanti a un cinema chiuso è un atto forte, segna lo spazio, bussa a una porta dell’immaginazione, evoca un tempo che è passato. Ma è anche uno stimolo per orientarsi nel presente. Sottolinea la necessità di avere ancora luoghi come quelli”.
Da questa iniziativa potranno nascere idee di rinnovamento e rinascita per il Cinema a Reggio Emilia?
“Ce lo auguriamo. L’attenzione e la curiosità che ha suscitato il Cinebus manifesta un chiaro desiderio di cinema in città, soprattutto nel centro storico.
Le nuove tecnologie, la nuova economia, ci spinge ad abbassare la testa su piccoli schermi che ci isolano dagli altri. Il Cinema ci fa alzare la testa, insieme ad altri, e ci racconta la vita. Abbiamo ancora bisogno di riti collettivi e il Cinebus lo è. E’ una disobbedienza, una festa, un ponte. Un invito per una nuova rinascita”.