Fiore di Vita. Tre storie d’Italia
Attori Bernardino Bonzani, Monica Morini, Gabriele Parrillo
Costumi Fondazione I Teatri di Reggio Emilia
Tecnica Andrea Alfieri
Tecnica utilizzata Teatro d’attore
Durata 55 minuti
Età consigliata dagli 8 anni
Temi Cittadinanza, libertà e uguaglianza, storia dell’Unità d’Italia.
Gli attori/autori al termine dello spettacolo sono disponibili a incontrare gli studenti
La Storia non è una materia lontana, relegata nei libri, da studiare faticosamente.
E’ molto più vicina di quanto pensiamo, soprattutto se diamo voce ai personaggi e se questi personaggi hanno vissuto, agito e pensato negli stessi luoghi dove viviamo oggi. Ecco allora che il nostro presente ci appare più chiaro e comprendiamo la modernità delle idee del passato.
Abbiamo preso gli scritti, le memorie e le biografie di alcuni personaggi che hanno animato la vita di Reggio Emilia dalla fine del 1700 al 1861, anno dell’Unità d’Italia e li abbiamo trasformati in racconto, in dialogo. Per noi è stata l’occasione straordinaria per attraversare quel periodo che va sotto il nome di Risorgimento, con lo sguardo dei testimoni che quel periodo lo hanno visto e vissuto.
Lo spettacolo può essere rappresentato sia sua palco che in forma itinerante, con gli spettatori chiamati a seguire un percorso attraverso la memoria. Tre le tappe, tre le storie raccontate dagli attori: i moti della rivoluzione di Reggio del 1796, il Congresso Cispadano che ne seguirà e la nascita del tricolore con le parole del deputato Giuseppe Compagnoni da Lugo; i moti insurrezionali del 1831 e l’appassionante storia dei patrioti repubblicani raccontata da Giuditta Sidoli Bellerio, amata da Mazzini e nota per aver portato e sventolato per le vie di Reggio la bandiera italiana nei giorni della rivolta; le imprese militari di Carlo Zucchi, pluridecorato generale napoleonico, ministro della guerra di Pio IX e comandante della guardia civica reggiana, una vita spesa per più di mezzo secolo, tra battaglie, encomi solenni, sconfitte e carcere.
Disegnare la geografia di un Paese ancora da fare. Un’utopia, un viaggio nella storia accompagnato da forti passioni e grandi slanci ideali, verso un futuro di democrazia e di libertà. “Un dolce amor di patria”, a volte anche a costo della vita, che spinge all’azione perché sorretto da un ideale universale per il bene dell’umanità. Ma quei sacrifici non sono conclusi, molte voci e domande ancora sospese ci richiedono impegno e risposte.
“ Abbiamo imparato com’è difficile e doloroso essere italiani ma non vorremmo essere sollevati da questa difficoltà e né liberati dal dolore e dalla memoria”
M. Luzi