PER UN TEATRO DI STORIE
Le storie ci hanno chiamato. Le storie incise nella terra che abitiamo e non solo. Storie con radici lunghe. Le abbiamo ascoltate e raccolte dalla bocca di testimoni che ne hanno tenuto memoria, dai libri, dai giornali, da ciò che lascia segni. Le parole hanno chiamato la musica, il corpo si è fatto narrante. La storia dei fratelli Cervi, Cuori di terra con cui abbiamo vinto il Premio Scenario per Ustica, con R60 ballata operaia le memorie degli operai delle officine Reggiane e della Bloch, la vita di Nilde Iotti, la violenza taciuta e rimossa sulle donne, la Costituzione, la lotta contro le mafie, per la legalità, fino all’incontro con i giovani migranti dell’Africa e all’urgente impegno per il pianeta sui cambiamenti climatici. Portiamo nelle storie che raccontiamo la fatica del vivere sentendosi parte di ciò che c’è, l’ascolto del passato e del presente, con la tensione a costruire futuro insieme, dando valore alle parole, ai fatti, al sentire sommerso. Un ascolto spesso orizzontale di storie che hanno perso la voce. Addomestichiamo mani, cuore, testa, in un fare che si traduce nella conoscenza della macchina teatro”. TEATRO COME DIREZIONE “L’infanzia è una sorta di faro che abbiamo seguito. I bambini sono capaci di addomesticare adulti molto attenti e cerchiamo di coltivare quest’attenzione. E’ l’attenzione non solo alla fragilità, ma anche alle voci sommerse. Sono sommerse le voci dei bambini, quelle degli anziani e quindi di una memoria che rischia di infrangersi, sono sommerse le voci dei migranti che popolano il nostro paese come invisibili. In un tempo così fragile, quello che ci sta a cuore è proprio un teatro che si ponga come ascolto dell’altro e ne riconosca il valore. Tu sei un altro io, io sono un altro tu. Un teatro che sia disposto a uscire e a incarnarsi fuori dai teatri, che vada incontro alle persone, che diventi spazio intimo, sociale e pubblico. Che crei spazi di racconto e di intimità, ma anche di denuncia. Una comunità pensante, che politicamente si emancipa perché riconosce dove occorre andare e dove c’è un bisogno”. |
PROFILI
COLLABORAZIONI |
Il TeatrO dell’Orsa, sotto la direzione artistica di Monica Morini e Bernardino Bonzani, è associazione di promozione sociale fondata nel 2003, è impresa di produzione teatrale riconoscita dal Ministero dei Beni Culturali e dalla Regione Emilia Romagna, che si occupa di produzione e distribuzione di spettacoli, formazione teatrale e sull’arte della narrazione, realizzazione di progetti culturali e organizzazione di eventi e rassegne.
Con un progetto indipendente e partecipato, ha inaugurato nel 2019 un nuovo spazio culturale a Reggio Emilia denominato Casa delle Storie, aperto al pubblico, capace di ospitare spettacoli, incontri, concerti, proiezioni e laboratori di formazione. Nel suo primo anno di attività la Casa delle Storie ha realizzato oltre 25 eventi per il pubblico, oltre a laboratori, seminari e formazioni per giovani e adulti.
La compagnia, per gli spettacoli realizzati, ha ricevuto i seguenti riconoscimenti, premi e segnalazioni legati a importanti festival e concorsi nazionali:
Premio Scenario – Ustica per il Teatro 2003 |
Cuori di terra Memoria per i sette fratelli Cervi |
Premio 8 marzo 2006- Provincia di Parma |
Nudi Le ombre della violenza sulle donne |
Premio I Teatri del Sacro 2009 Federgat-Eti |
Il vangelo visto da un cieco |
Premio del pubblico festival Ermocolle- 2012 |
R60 Ballata operaia – Memoria e lavoro |
Premio del pubblico Museo Cervi Teatro per la Memoria- 2013 |
Pane e rose. Una rivolta guidata dalle donne |
Premio 33° Festival Nazionale del Teatro per i Ragazzi – Padova 2014 |
C’era una volta un re… No! C’era una volta una principessa |
Selezione progetto speciale I Teatri del Sacro – 2015 |
A ritrovar le storie |
Premio del pubblico Festival di Resistenza – Museo Cervi Teatro per la Memoria – 2016 |
Questo è il mio nome |
Bando Create with Open Data – 2016 |
Fatti di numeri |
Bando MigrArti – MiBACT 2017 |
Argonauti – alla ricerca del vello d’oro delle dignità |
Premio per la Pace Giuseppe Dossetti 2017 |
Argonauti – alla ricerca del vello d’oro delle dignità |
Nel 2021 la compagnia realizza il progetto ARSAN Arte Resistente Sostenibile Aperta Necessaria, dalla ricerca sulla cultura popolare, intende portare negli spazi urbani, nei parchi, negli spazi sociali di aggregazione, storie provenienti dalla narrazione orale e dal patrimonio culturale del territorio, da trasmettere alle nuove generazioni. Ogni incontro è occasione di ricerca, scambio e raccolta di nuove memorie e racconti dal pubblico di tutte le età, patrimonio comune che si arricchisce anche di altre culture e tiene lo sguardo sulla contemporaneità. Un’operazione di recupero delle radici e dei valori con diffusione degli obiettivi della Agenda europea 2030, in linea con il progetto europeo che lo ha preceduto, Shaping Fair Cities, con lotta alle discriminazioni, salvaguardia dell’ambiente, promozione della cultura delle pari opportunità, inclusione delle culture. Un teatro mobile che raggiunge il pubblico e porta bellezza negli spazi aggregativi, di disagio e difficoltà.
Ha realizzato nel 2020 il progetto SHOW Save Humanity Open Wor(l)d – sostenuto dal bando dell’Unione Europea Shaping Fair Cities, che si rifà agli obiettivi dell’Agenda 2030 (inclusione, parità di genere, sostenibilità), aperto a tutti con spettacoli e incontri.
Attraverso un lungo e profondo lavoro con richiedenti asilo e rifugiati, concretizzato anche nel progetto Argonauti nell’ambito di MigrArti MiBACT, il Teatro dell’Orsa si è impegnato per la coesione sociale attraverso spettacoli portatori dei principi della pace, del pluralismo delle culture e della solidarietà fra i popoli, con il coinvolgimento in scena di migranti, incontrando spettatori giovanissimi, italiani e di seconda generazione, nelle scuole e nei luoghi dove più forte è la presenza di cittadini di origine straniera.
L’ultra decennale collaborazione con gli Enti locali ha prodotto eventi di grande portata quali REGGIONARRA, sull’arte del narrare, esperienza che dal 2006 muove un pubblico di 20.000 presenze. Inoltre ha portato il linguaggio del teatro anche nelle biblioteche, nei centri culturali, nelle scuole creando così un’opera di qualificazione e diversificazione del sistema culturale. L’evento segue un processo che dura un anno con corsi di formazione rivolti a genitori, insegnanti, operatori culturali, studenti, allenando una comunità al riconoscimento del valore delle storie nell’oralità. Un’arte della narrazione che praticando le storie si accende di passione al teatro. I corsi di formazione sono occasione di incontro e apprendimento non solo sulle tecniche narrative, ma come processo partecipativo in città, nelle scuole, nelle biblioteche, nei teatri.
La compagnia con il progetto Il teatro dei libri si occupa anche di promozione alla lettura presso biblioteche, scuole, centri culturali. La ricerca intorno alla narrazione orale e teatrale, fatta di memoria e di immaginazione, di storie e di fiabe, rappresenta il fulcro poetico che guida il proprio fare artistico, anche nelle attività di formazione e seminariali rivolte a giovani e adulti. Spettacoli e progetti culturali si muovono spesso in un territorio di storie per salvare la Terra e la bellezza. La poetica artistica della compagnia si sposa alle attività per sensibilizzare comportamenti virtuosi a salvaguardia dell’ambiente e della cultura, educare alla legalità, al riconoscimento delle radici, al rispetto delle regole, l’eliminazione delle discriminazioni e il dialogo interculturale.