Venerdì 13 dicembre | ore 21
Teatro Bismantova di Castelnovo ne’ Monti (RE)
Voci narranti: Monica Morini e Bernardino Bonzani
Elaborazione testi: Emanuele Ferrari
Anna Giaroli violino
Giovanni Mareggini flauto
Giovanni Picciati clarinetto
Silvia Sciolla violoncello
Davide Burani arpa
Belgio, primo anno della prima guerra mondiale, trincee della Fiandre a sud di Ypres, notte di Natale 1914: senza che nulla fosse concordato, i soldati degli opposti schiera- menti cessarono il fuoco. Un fatto inaspettato ed impensabile: una tregua spontanea. I soldati nemici, francesi, inglesi e tedeschi, uscirono allo scoperto e si incontrarono nella terra di nessuno. Si parlarono, si strinsero la mano, si abbracciarono, seppelliro- no i caduti delle due parti. Si accesero candele, si cantarono inni di Natale. Cominciò un botta e risposta di auguri gridati da parte a parte, fino a che qualcuno si spinse fuori dalla propria trincea per incontrare il nemico e stringergli la mano. Fu celebra- ta una Messa, ci fu una funzione funebre. I soldati fumarono, bevvero e cantarono insieme, si scambiarono auguri e doni, capi di vestiario e bottoni delle divise, cibo, tabacco, fotografie degli amici e delle famiglie, e ricordi. Nelle settimane successive dal fronte cominciano ad arrivare strane lettere che raccontavano fatti incredibili.
«Il giorno di Natale abbiamo visto cose al di là di ogni immaginazione. I tedeschi hanno lasciato le loro trincee e così abbiamo fatto anche noi. Ci siamo incontrati a metà strada, ed avresti dovuto vederli stringere le mani, scambiare indirizzi e sou- venir. Ci hanno portato sigari e tabacco. Non è stato sparato un solo colpo per tutto il giorno.»
«Davvero avresti stentato a credere che eravamo in guerra. Eravamo lì, parlando insieme ai nemici. Sono proprio come noi: hanno madri, fidanzate, mogli che aspet- tano il nostro ritorno a casa. E pensare che fra qualche ora ricominceremo a spararci addosso di nuovo.»
«A mezzanotte abbiamo celebrato la Messa. Gli uomini hanno cantato i canti di Na- tale, parole dai loro villaggi, della loro infanzia. Per un istante il Dio della buona volontà è stato di nuovo il Signore di questo angolo di terra.»
«Mentre osservavo il campo ancora sognante, i miei occhi hanno colto un bagliore nell’oscurità. A quell’ora della notte una luce nella trincea nemica è una cosa così rara che ho passato la voce. Non avevo ancora finito che lungo tutta la linea tedesca è sbocciata una luce dopo l’altra. Subito dopo, vicino alle nostre buche, così vicino da farmi stringere forte il fucile, ho sentito una voce. Non si poteva confondere quell’ac- cento, con il suo timbro roco. Ho teso le orecchie, rimanendo in ascolto, ed ecco arrivare lungo tutta la nostra linea un saluto mai sentito in questa guerra: “Soldato inglese, soldato inglese, buon Natale! Buon Natale!”»
«Tutti questi discorsi, questo odio, tutto questo spararsi a vicenda, che è andato cre- scendo dall’inizio della guerra, si è spento e si è fermato a causa della magia del Natale. Un tedesco mi ha detto: “Ma voi avete la nostra stessa religione, e oggi è per entrambi lo stesso giorno di pace!” È davvero un grande trionfo per la Chiesa! È una grande speranza per un futuro di pace, se due grandi nazioni che si odiano come i nemici raramente si sono odiati, giurandosi eterno odio e vendetta, affidando la loro vendetta alla musica nel giorno di Natale, per tutto quello che questa parola signifi- ca, possono abbassare le mani, scambiarsi tabacco, ed augurarsi felicità a vicenda.»
Un avvenimento straordinario e coraggioso che partì da semplici soldati mossi da sentimenti di profonda umanità e fratellanza, che merita di essere ricordato. Rileggere oggi, a distanza di più di cento anni, le lettere spedite dal fronte che raccontano quel gesto di spontanea e generosa insubordinazione ci commuove e ci interroga: è davvero impossibile costruire un mondo pacifico e solidale?
Intero € 15,00 – Ridotto €. 13,00