Allenarsi a incontrare il mondo attraverso l’arte contemporanea
Cosa
Laboratorio di sguardo Si curiosa fra luminose esperienze artistiche, dalle Avanguardie ad oggi. Se ne parla, esplorando opere e autori. Si praticano alcuni piccoli esercizi di sguardo.
Un percorso suddiviso in tre incontri, ognuno connesso ad un momento radicale delle rivoluzioni dell’ultimo secolo: gli anni Dieci (le Avanguardie), gli anni Sessanta-Settanta (le Neoavanguardie), l’oggi.
Non un bignami di storia dell’arte, bensì un’occasione concreta di utilizzare le stramberie che molti autori hanno ideato per accorgersi di come guardiamo la realtà circostante e di come, spesso inconsapevolmente, il giudizio prenda il sopravvento: guardarsi guardare, direbbe il filosofo Maurice Merleau-Ponty.
Si è invitati a un concreto e minuzioso allenamento di consapevolezza in cui, attraverso semplici pratiche, si potrà osservare ciò che ci circonda, cercando quella diminuzione di sé che permette al mondo di rivelarsi, come un tesoro.
Tra le molte strade possibili ho individuato opere e autori che hanno inteso l’esperienza estetica (quindi, etimologicamente, conoscitiva) come nucleo pulsante della propria proposta.
Il titolo del laboratorio è un omaggio a Umberto Eco, al saggio del ’62 in cui analizza il gesto dell’artista che, distante da ogni esibizione di téchne, si fa iniziatore di un’opera che solo la partecipazione del pubblico potrà far esistere.
Un esempio chiarissimo in questo senso è Esposizione in tempo reale – Lascia su queste pareti una traccia fotografica del tuo passaggio che Franco Vaccari allestì alla Biennale di Venezia del 1972, installando una cabina per fotografie e invitando i visitatori che nel corso dei mesi vi si fossero imbattuti a realizzare l’opera -aperta- a cui lui aveva dato il via.
Artista come attivatore di esperienze e percorsi, dunque.
Estetica come contrario di anestetica, non di inestetica.
Durante il laboratorio verranno proposti molti esempi, con foto proiettate su una parete, ed alcuni esercizi di attenzione.
Il primo, solitamente, si intitola Che cavolo guardi?.
Si prende un cavolo e si chiede alle persone di descrivere in tre minuti ciò che vedono. Subito ci si accorge che molteplici e soggettivi sono i mondi quanti sono i differenti sguardi.
Opere aperte, è un percorso non pensato per gli addetti ai lavori, piuttosto per chi curioso vuole avvicinarsi alle visioni di Marcel Duchamp e Claude Cahun, di Hannah Höch e di Filippo Tommaso Marinetti, di Gino Severini e Man Ray, di Luigi Russolo e dei Fratelli Bragaglia, di Allan Kaprow e di Franco Vaccari, di John Cage e Marina Abramović, di Piero Manzoni e di Yoko Ono, di Gino De Dominicis e di Erwin Wurm, di Félix González-Torres e di Olafur Eliasson, di Richard Serra, di Jeppe Hein e del tanto discusso Damien Hirst: autori presi in considerazione come utensili atti a smontare e rimontare il nostro sguardo.
Come
3 incontri di 2h
I incontro → Avanguardie storiche
II incontro → Anni Sessanta e Settanta
III incontro → I nostri giorni
Per chi
max 25 adulti
Esigenze tecniche
– Un videoproiettore
– Uno spazio silenzioso e confortevole
Ideazione e conduzione
Michele Pascarella
critico e studioso di teatro, danza e arti visive
curioso di altre arti
ufficio stampa e comunicazione di progetti artistici e culturali
camminatore
info e contatti : 346 4076164 michelepascarellateatro [at] gmail.com